Fa bene alle ossa e all’umore

La vitamina D è estremamente importante per il buon funzionamento dell’organismo umano ed in particolare per lo sportivo e per l’atleta e da alcuni anni, da quando si sono meglio delineate le sue numerose funzioni per la salute, è al centro dell’attenzione della classe medica e dei ricercatori di tutto il mondo.

Proprio qualche giorno fa la rivista “Nutriens” ha pubblicato le linee guida per il corretto utilizzo della vitamina D sotto l’egida della Siommms (Società italiana dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro) che indicano come in caso di carenza debba essere assunta in maniera continuata fino al ripristino dei valori normali, meglio se associata alla vitamina K. Questo perché la vitamina D e la vitamina K lavorano in sinergia. La vitamina K impedisce infatti che il calcio presente nel sangue si accumuli in tessuti diversi dalle ossa e concentra proprio in torno alle ossa tutto il calcio di cui esse hanno bisogno. A questo punto entra in gioco la vitamina D, che favorisce la crescita, il rafforzamento e la riparazione delle ossa proprio attraverso un efficace assorbimento del calcio. Quindi se assumere separatamente ognuna delle due vitamine porta dei grandi benefici alla salute, tali benefici aumentano in maniera considerevole se le due vitamine vengono assunte contemporaneamente. La presenza di un recettore che si trova in tutte le cellule dell’organismo, denominato VDH, fa si che la vitamina D possa essere considerata di fatto un vero e proprio ormone e come tale debba essere attentamente monitorata con l’esame del sangue e mantenuta entro i valori normali. Bassi livelli di vitamina D, al di sotto dei 18 nanogrammi al millilitro, sono stati associati ad un aumento di mortalità per tutte le cause, mentre i valori ottimali sono tra 40 e 80 e quelli di tossicità sopra i 100.

 

La D è conosciuta come la “vitamina del sole”, in quanto viene sintetizzata esponendo la pelle ai raggi ultravioletti del sole (UVB), mentre solo in piccola quota (intorno al 20%) viene introdotta assumendo alimenti. Gli alimenti più ricchi di vitamina D sono il pesce (salmone, aringa, sgombro, sardine), il fegato di suino, il latte, lo yogurt intero, il burro, l’olio di fegato di merluzzo, le uova e i funghi. Causa la vita più se dentaria in ambienti chiusi, l’utilizzo massivo di creme solari che ne inibiscono l’assorbimento e un’alimentazione spesso carente, negli ultimi anni numerosissimi studi hanno evidenziato, che una larga fetta di popolazione presenta deficit di vitamina D, con notevoli rischi per la salute. Uno dei ruoli principali della vitamina D è quello di favorire l’assorbimento intestinale del calcio, indispensabile per la salute delle ossa e dei denti, e per questo motivo viene aggiunta nel latte fortificato per i bambini, durante la fase di crescita, e somministrata agli adulti nei casi di osteoporosi. Recenti ricerche hanno rivelato numerosi altri organi e apparati per i quali la vitamina D è importante, il sistema cardiovascolare, il sistema immunitario, il metabolismo glucidico e l’apparato muscoloscheletrico.

Per quanto riguarda la salute cardiovascolare, gli studi affermano che livelli ottimali di vitamina D sono associati ad una migliore efficienza di muscolo cardiaco con una migliorata funzione dell’endotelio, minor rigidità delle pareti arteriose ed un abbassamento della pressione. Dal punto di vista neurologico, la vitamina D ha di mostrato interessanti funzioni sia per quanto riguarda l’umore, con minor tendenza alla depressione, miglioramento delle funzioni cognitive (apprendimento, memoria e attenzione) e minor rischio di demenza senile.

Anche lo sportivo presenta vantaggi quando i valori di vitamina D risultano ottimali uno studio pubblicato sull’American Journal of Sport Medicine, che ha studiato il profilo della vitamina D in ottanta giocatori di football professionisti mettendolo in relazione con gli infortuni occorsi durante la stagione, ha dimostrato come i livelli di vitamina D fossero più bassi e inferiori alla norma nei giocatori che avevano avuto più infortuni, mentre un altro studio ha evidenziato una più alta incidenza di fratture ed infezioni respiratorie in ciclisti di livello amatoriale con carenze della vitamina.

Ma il campo di ricerca più interessante è legato al ruolo della vitamina D sul sistema immunitario. In passato, fin dall’era pre-antibiotica, si era sperimentata l’efficacia della vitamina D nella terapia della tubercolosi, l’olio di fegato di merluzzo era stato usato nella terapia della tbc e nei sanatori i malati venivano esposti alla luce solare. Nei bambini si è visto come ridotti livelli di vitamina D siano legati a maggiore incidenza di allergie ed eczemi e come bambini figli di madri che avevano bassi valori di vitamina D in gravidanza avessero una precoce caduta dei denti. Scarsi livelli di vitamina D nei bambini possono portare al rachitismo e allo sviluppo di fragilità e malformazioni ossee e anche in gravidanza bisogna valutare il livello di vitamina D, per evitare che il bambino manifesti una compromissione scheletrica dopo la nascita.

Articolo pubblicato su Gazzetta di Parma il 19 Ottobre 2022.

Di Gianfranco Beltrami

Gianfranco Beltrami, medico dello sport di fama nazionale, vicepresidente nazionale della Federazione medicosportiva italiana.

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