Imparare ad ossigenarsi bene

Il respiro è un atto che compiamo ventimila volte al giorno, centinaia di milioni di volte nella vita, molto spesso in maniera inconscia ma che è alla base di tutte le funzioni vitali dell’organismo. Respirare bene è indispensabile per la salute perché senza gli scambi gassosi correlati ad una corretta ventilazione nessun organo o singola cellula del nostro organismo può sopravvivere.

I meccanismi che regolano la respirazione sono molto sofisticati e funzionano in modo automatico, senza che ce ne rendiamo conto, eppure la maggior parte delle persone non respira correttamente, sfruttando solo una minima parte della capacità polmonare e non utilizzando per niente il diaframma (muscolo piatto che separa la cavità toracica da quella addominale) tendendo inconsapevolmente a privilegiare una respirazione solamente toracica.

Sono lo stress e il carico di emozioni, oltre alle posture scorrette e alla sedentarietà, le cause prevalenti di una respirazione non corretta che porta anche a trattenere il fiato e che si riflette negativamente sulla salute. Respirare utilizzando anche il diaframma è fonte di rilassamento e benessere psico fisico mentre respirare solo con il torace, non facendo lavorare il diaframma, può portare a disturbi dell’apparato cardiorespiratorio, a deficit di postura, a dolori lombari, a difficoltà digestive e tensioni muscolari al collo e alla schiena.

Una respirazione corretta contribuisce inoltre ad abbassare la pressione del sangue e il battito cardiaco e influisce sull’attività di ampie aree del cervello e, di conseguenza, su cognizione, emozioni, umore, stress e memoria in quanto i neuroni che nel tronco encefalico regolano la respirazione sono in stretta connessione con altri neuroni che regolano, ad esempio, la frequenza cardiaca, garantendo la sincronizzazione vitale tra respiro e battito cardiaco e facendo si che la respirazione si coordini con altri comportamenti, come mangiare, parlare, ridere o piangere.

Respirare bene e profondamente attiva anche il sistema nervoso parasimpatico e contrasta lo stress cronico che, comportando una un’aumentata liberazione di adrenalina e noradrenalina in circolo, è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di patologie croniche cardiovascolari e metaboliche favorite da infiammazione, stress ossidativo, resistenza insulinica, alterazione della risposta del sistema immunitario.

Attraverso una respirazione profonda che è alla base di alcune tecniche come lo yoga o la mindfulness, si ottiene un importante effetto antistress che abbassa l’attività simpatica a favore di quella parasimpatica con effetto protettivo sul sistema cardiovascolare.

La relazione fra benessere e respiro è strettissima anche nei disturbi psicologici come stress o ansia i cui sintomi principali sono fiato corto, tachicardia, sensazione di fame d’aria e oppressione toracica. Quando si è in preda all’ansia si tende ad aumentare la frequenza del respiro gonfiando il torace alzando e abbassando le spalle, un modo di respirare innaturale che favorisce la fame d’aria ed alimenta lo stato ansioso e la sensazione di paura e disagio. Attivando la respirazione diaframmatica si può riuscire velocemente a rilassarsi riguadagnando uno stato di maggior benessere, abbassando pressione e frequenza cardiaca e riducendo i livelli degli ormoni dello stress.

Per esercitarsi alla respirazione diaframmatica è sufficiente sdraiarsi, mantenere il corpo rilassato con la mano destra sull’ombelico e la mano sinistra sul torace e fare dei respiri lenti e profondi controllando che si alzi la mano destra appoggiata sulla pancia. Si tratta poi di trovare il giusto ritmo inspirando con il naso ed espirando con la bocca.

Anche abituarsi a respirare con il naso e non con la bocca è molto importante per la salute: un recente studio pubblicato su “Scientific Report” ha dimostrato che quando si respira con il naso vi è nel cervello un maggiore incremento delle attività delta e theta, tipiche del sonno, legate a calma e benessere. Le fosse nasali inoltre filtrano l’aria inspirata che viene liberata dal pulviscolo di maggiori dimensioni dai peli o “vibrisse” presenti al loro interno, mentre il corpuscolato più fine presente nello smog urbano – insieme a virus e batteri – viene trattenuto dalla mucosa nasale. Ciò determina una significativa ed utilissima filtrazione con riduzione degli inquinanti e dei germi presenti nell’aria che respiriamo.

Ma respirare col naso può anche migliorare la memoria grazie allo sviluppo dei neuroni della corteccia olfattiva, come dimostrato da Linda Buck e Richard Axel, premi Nobel per la medicina per i loro studi sui geni implicati nel controllo dell’olfatto, che essendo l’unico senso a diretto contatto con il cervello influisce sulle emozioni gli stati d’animo e la memoria.

É bene quindi prendere coscienza della propria respirazione e valutare il proprio respiro controllando se si respira col naso o con la bocca, se il respiro è corto e frequente oppure lungo e profondo e se è prevalentemente addominale o toracico, contando il numero di atti respiratori compiuti in un minuto: tra i 12 e i 16 atti al minuto i valori sono nella norma, tra 20 e 25 sono alti, oltre i 25 è presente un alto livello di stress.

Pubblicato su Gazzetta di Parma il 15 Febbraio 2023.

Di Gianfranco Beltrami

Gianfranco Beltrami, medico dello sport di fama nazionale, vicepresidente nazionale della Federazione medicosportiva italiana.

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