Dal moto al cibo. E iniziare presto

Il problema delle demenze si stima che nel 2030 avrà un impatto sociale enorme nel nostro Paese con oltre un milione e mezzo di casi: una epidemia dilagante che nell’attesa di farmaci che possano migliorare o ritardare il decorso della malattia deve essere combattuta principalmente con la diagnosi precoce e la prevenzione, adottando corretti stili di vita.

Fare scelte prima della terza età

Un recentissimo studio preliminare pubblicato alcuni giorni fa e che sarà presentato in aprile a Boston nel corso del 75° meeting annuale dell’American Academy of Neurology ha coinvolto 13.720 partecipanti di sesso femminile con un’età media di 54 anni all’inizio dello studio. I soggetti sono stati quindi seguiti per vent’anni ed i ricercatori hanno verificato 1.771 casi di demenza, pari al 13% dei soggetti esaminati, identificando sette fattori di salute cerebrale e cardiovascolare che si sono rilevati utili per la prevenzione della demenza, giungendo alla conclusione che fare scelte di vita sane nella mezza età può portare a una riduzione del rischio di demenza più avanti nella vita. I fattori che sono stati identificati per ridurre il rischio di demenza sono: mantenere la pressione sanguigna entro livelli normali, avere corretti livelli di colesterolo e glicemia, fare un’attività fisica regolare e una dieta sana, mantenere un peso corretto e non fumare. Concentrandosi su questi sette obiettivi, le persone possono apportare cambiamenti positivi nello stile di vita in grado di migliorare la propria salute e ridurre il rischio di demenza e malattie croniche.

Muoversi riduce il rischio Alzheimer

Secondo l’Alzheimer Research &Prevention Fundation un regolare esercizio fisico può ridurre il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer fino al 50 % ed inoltre rallentare il deterioramento di coloro che hanno già iniziato a manifestare problemi cognitivi. Una revisione sistematica intitolata «Physical Activity and Alzheimer’s Disease: A Systematic Review», pubblicata sulla rivista «The Journal of Gerontology» che ha analizzato 24 studi, ha documentato come il rischio di malattia di Alzheimer sia molto minore in chi pratica regolarmente attività fisica a scopo ricreativo e amatoriale. Le prove attuali non consentono di stilare raccomandazioni pratiche specifiche riguardanti il tipo, la frequenza, l’intensità e la durata dell’attività fisica perché si dimostri protettiva contro la malattia di Alzheimer, per cui il consiglio è di di impegnarsi su tutti i fronti possibili (equilibrio, coordinazione, forza, resistenza aerobica, destrezza, flessibilità e mobilità) scegliendo volume, intensità e durata dell’allenamento in base alle proprie condizioni fisiche, all’età e ad eventuali patologie presenti.

Piano di allenamento ideale

Il piano di allenamento ideale dovrebbe prevedere una combinazione di esercizio aerobico come camminata, corsa, bicicletta o nuoto con un allenamento della forza da effettuare con pesi, elastici ma anche a corpo libero ed esercizi per la destrezza e l’equilibrio. Qual è l’intensità di attività fisica ottimale per prevenire il rischio di demenza? A questa domanda risponde uno studio pubblicato su JAMA Network Open che ha messo in relazione «dose» di attività fisica e volume cerebrale. È stata monitorata per quattro anni l’attività fisica di 2.354 persone senza deficit cognitivi e un’età media di 53 anni e, inoltre, i partecipanti sono stati sottoposti a risonanza magnetica cerebrale. I risultati hanno mostrato che per preservare il benessere del cervello è sufficiente un’attività fisica leggera, come una semplice passeggiata, e non occorre svolgerne una intensa. Come iniziare a muoversi? Se si parte da zero non bisogna cercare di forzare troppo all’inizio perché si possono rischiare infortuni e potrà diminuire la motivazione. Il consiglio è iniziare con esercizi di respirazione e movimento progettati per riconnettere mente e corpo. Quindi iniziare a camminare piano cercando di raggiungere un ritmo da moderato a veloce. Si può cominciare camminando 10-15 minuti al giorno e successivamente aggiungere qualche minuto in più a ogni passeggiata arrivando ad almeno 30-40 minuti al giorno. L’allenamento deve essere sostenibile e adattarsi allo stile di vita della persona, in modo che entri a far parte della giornata senza essere sentito come un dovere o un peso.

La dieta equilibrata

Ma la prevenzione, oltre l’attività fisica, deve riguardare anche una dieta sana ed equilibrata, una giusta composizione corporea, dove soprattutto negli anziani va considerata fondamentale la componente di massa muscolare, ed un buon equilibrio psico-emotivo. La dieta mediterranea povera di grassi saturi e zuccheri semplici e ricca di verdura pesce e olio di oliva sembrerebbe garantire un minore declino cognitivo mentre una dieta ricca di grassi saturi e con un eccesso di zucchero, dolci e carboidrati semplici sembra avere statisticamente un rischio maggiore per morbo di Alzheimer anche perché è noto che il diabete è in grado di danneggiare i nervi e causare problemi di memoria. È molto importante quindi da parte di medici e familiari identificare in anticipo i pazienti per intervenire il più precocemente possibile sui fattori di rischio legati allo stile di vita, quali fumo, abuso di alcol, diabete, depressione, ipertensione, obesità, problemi all’udito, sedentarietà, che hanno un peso molto importante sia sull’insorgenza della malattia che sulla sua progressione.

Pubblicato su Gazzetta di Parma il 15 Marzo 2023.

Di Gianfranco Beltrami

Gianfranco Beltrami, medico dello sport di fama nazionale, vicepresidente nazionale della Federazione medicosportiva italiana.

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