Attività fisica, cervello, dna: come costruire la “seconda giovinezza”
Non è solo il trascorrere del tempo a determinare l’inesorabile processo dell’invecchiamento ma anche lo stile di vita e le abitudini delle persone, come ampiamente dimostrato dagli studi sui gemelli omozigoti che documentano come due gemelli perfettamente identici e con lo stesso patrimonio genetico possano avere una diversa «età biologica», la sola in grado di esprimere la vera efficienza ed il grado di usura dell’organismo, in funzione del comportamento e delle abitudini tenuti nel corso degli anni.
Età biologica
Così dei due gemelli uno potrà essere in età adulta perfettamente sano, magro, equilibrato ed in perfetta forma fisica, mentre l’altro con la stessa età anagrafica, dopo aver vissuto in maniera sregolata, potrà essere sedentario obeso stressato ed affetto da più patologie. Attività fisica regolare, alimentazione corretta, vita tranquilla e lontano dallo stress in luoghi non inquinati, affetti stabili e rapporti sereni con famigliari ed amici ed una vita intellettuale e spirituale intensa e soddisfacente sono gli ingredienti principali di un invecchiamento in salute e lontano dalle malattie la moderna medicina antiaging, grazie ad una serie di test è in grado oggi di determinare con sufficiente precisione l’età biologica e di intervenire per riportare indietro l’orologio biologico mettendo in atto tutta una serie di correttivi in grado di migliorare l’aspettati va di vita, prevenendo il decadimento precoce dell’organismo e gravi malattie.
Il ruolo del Dna
L’attività fisica regolare rappresenta un elemento fondamentale per mantenere un buono stato di salute a qualsiasi età e rallentare l’invecchiamento: un recente studio statunitense pubblicato sulla rivista lama svolto su un campione di 4840 persone seguite per dieci anni ha raffrontato adulti che facevano 4.000 passi al giorno con altri che ne facevano 8.000 e 12.000 riscontrando un rischio del 65% più basso di mortalità per tutte le cause in chi faceva più passi al giorno, mentre in chi aveva camminato per 8.000 passi al giorno il rischio si è rivelato del 51% più basso rispetto a chi ne aveva fatti 1.000. Il motivo sembra legato ad un minore accorciamento dei telomeri da parte di chi pratica costantemente attività fisica. I telomeri sono la parte finale del nostro Dna: man mano che l’organismo invecchia i telomeri si accorciano progressivamente e dalla loro lunghezza si può valutare l’aspettativa di vita. L’accorciamento dei telomeri viene rallentato dall’attività fisica attraverso l’attivazione dell’enzima «telomerasi» che rigenera i telomeri allungandoli e mantiene in questo modo più integri i nostri geni. Per ottenere i migliori risultati e fornire benefici sia alla mente che al corpo l’attività fisica come diceva Ippocrate non deve essere «né troppa né poca» e comprendere esercizi sia per la forza che per la flessibilità e per l’equilibrio che vanno sempre abbinati ad una componente di resistenza aerobica.
Danni della sedentarietà
Non è mai troppo tardi per iniziare a fare attività fisica ed anche chi è arrivato a tarda età conducendo una vita sostanzialmente sedentaria avrà enormi vantaggi per la salute iniziando un programma di esercizio fisico correttamente eseguito. E’ la forza, la qualità atletica che cala più rapidamente col passare degli anni legata a quel fenomeno definito “sarcopenia”, per il quale la componente muscolare, strettamente correlata con la forza, cala dopo i 40 anni di circa I’1% ogni anno, comportando nell’anziano rischi di cadute ed una postura alterata. Ma anche mantenere e sviluppare una buona flessibilità con il passare degli anni rappresenta un indice importante di benessere generale dell’organismo ed è indispensabile se si vuole mantenere un portamento giovanile. Con l’invecchiamento la rigidità del nostro corpo avanza costantemente logorando articolazioni muscoli e causando uno stato di infiammazione cronica che provoca dolori e scarsa mobilità innescando un circolo vizioso a causa del quale i muscoli perdono elasticità. Avere un corpo snello tonico e flessibile è prerogativa dei giovani sportivi che praticano regolarmente attività fisica mentre la sedentarietà favorisce posture errate che a lungo andare conducono ad un accorciamento dei muscoli che si traduce in un portamento rigido e incurvato, spesso accompagnato da dolori alla schiena e alle articolazioni. Fra le qualità fisiche che bisogna allenare in palestra non bisogna dimenticare l’equilibrio, il cui calo è strettamente correlato con ‘invecchiamento e con la funzionalità non solo dell’apparato muscolo scheletrico ma anche di tutti i sistemi sensoriali fra cui vista e udito. Non basta quindi camminare, ma se si vuole ritardare l’invecchiamento occorre un programma ben strutturato, prescritto da uno specialista in medicina dello sport, dopo una attenta visita e valutazione funzionale ed attuato sotto la guida di un laureato in scienze motorie. Da non dimenticare inoltre gli screening di medicina preventiva, che consentono una diagnosi precoce delle malattie e gli altri cardini di un invecchiamento in salute rappresentati da una alimentazione corretta, una vita sana trascorrendo molto tempo all’aria aperta in luoghi possibilmente poco inquinati, mantenendo fino a tarda età relazioni sane e gratificanti e sapendo gestire le proprie emozioni, favorendo quelle positive che allontanano lo stress e favoriscono il rilascio di ormoni e sostanze del benessere che rendono la vita più tranquilla e serena migliorandone la qualità.
Pubblicato su Gazzetta di Parma l’11 Maggio 2022