Si parla molto spesso di inquinamento dell’aria e di inquinamento acustico ma quasi mai di inquinamento luminoso, una realtà sottostimata figlia del progresso, che modificando le condizioni di alternanza tra luce e buio e favorendo la carenza di sonno può causare importanti cambiamenti nel nostro organismo e gravi danni alla salute.

L’esposizione alla luce nelle ore notturne che rappresenta un fenomeno intervenuto con l’avvento della energia elettrica (a cui il corpo umano non si è completamente adattato, funzionando ancora in base a un ciclo di 24 ore, o ritmo circadiano, che include cicli regolari di luce e buio) ha portato l’uomo, specialmente nelle tante città del mondo che vivono ormai 24 ore su 24, ad essere esposto alla luce anche di notte con modificazioni dell’orologio biologico principale che si trova nel cervello in una parte della regione dell’ipotalamo.

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Le conseguenze dell’inquinamento luminoso

La conseguenza più grave  dell’inquinamento luminoso  è la riduzione della secrezione di melatonina da parte della ghiandola pineale presente nel cervello che è regolata dalla presenza di luce: quando lo stimolo luminoso arriva alla retina, la secrezione di melatonina si arresta, per riprendere solo al sopraggiungere del buio.

La luminosità artificiale anche di tv e altri apparecchi elettronici porta il nostro organismo a ritenere che sia sempre giorno alterando i ritmi di secrezione della  melatonina la cui straordinaria importanza è legata alla sua capacità antiossidante in grado di inibire l’insorgenza del cancro, proteggendo il nostro DNA da potenziali danni. Uno studio condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’inquinamento luminoso,  ha evidenziato un’incidenza di tumore al seno più alta nelle donne impegnate nei turni di notte, al contrario i maschi sarebbero più a rischio di cancro alla prostata ,mentre ulteriori studi deporrebbero per una relazione anche col rischio di tumore della tiroide.

Un gruppo di ricerca della University of Texas Health Science Center ha indagato il ruolo dell’esposizione alla luce di notte nell’incidenza del cancro alla tiroide seguendo 464.371 persone per una media di 12,8 anni. I ricercatori hanno incrociato i dati satellitari usati per avere una stima dell’esposizione notturna alla luce, con gli indirizzi di residenza e i casi di cancro alla tiroide, individuati attraverso i registri statali, oltre a controlli per altri fattori di rischio come gli elementi sociodemografici, di stile di vita e ambientali.

Esposizione alla luce e rischi per la salute

Lo studio ha fatto emergere un’associazione  tra l’esposizione alla luce di notte e il rischio di cancro alla tiroide. La mancanza di melatonina si traduce anche in difficoltà di apprendimento e memoria, abbassamento della temperatura corporea, sonnolenza, scarsa attenzione alla guida e sono segnalati anche maggiori rischi di malattie cardiovascolari, obesità, diabete e depressione in quanto la maggior parte degli ormoni endocrini, tra cui non solo gli ormoni tiroidei ma anche l’ormone della crescita, il cortisolo, la leptina, la melatonina e l’insulina, hanno un ritmo giornaliero che, se interrotto, può interferire con il funzionamento del nostro organismo.

Anche gli animali e le piante sono danneggiati dall’inquinamento luminoso che porta a  difficoltà o perdita di orientamento in diverse specie (uccelli migratori, tartarughe marine, falene notturne, chirotteri), e ad alterazione del fotoperiodo in alcune piante che sono costrette a fiorire a causa di esposizioni forzate a luci artificiali a discapito del fiore stesso che tende a morire prima. Le testuggini tendono a non nidificare se ci sono luci ed hanno  difficoltà a trovare la strada di ritorno una volta approdate sulla spiaggia mentre le falene vengono disorientate perché impostano la rotta migratoria basandosi sulla luna e sulle stelle più luminose.

Cosa si può fare per contrastare ed evitare l’inquinamento luminoso?

Innanzitutto ridurre le fonti superflue di illuminazione  specialmente quelle con una forte componente luminosa bianco-blu spesso presente nelle illuminazioni sia pubbliche che private. Questa tipologia di illuminazione è la responsabile principale nell’alterazione dei nostri ritmi circadiani: nel nostro sistema visivo, infatti, i recettori attraverso cui ci rendiamo conto se l’ambiente è buio o no, sono più stimolati dalla luce blu che da quella a sfondo giallo, in grado invece di favorire maggiormente il riposo degli occhi.

Molti studiosi consigliano, pertanto, l’utilizzo di lampade rossastre per le attività serali e di installare su computer e cellulari un software di blocco della luce blu. Inoltre evitare di andare a letto o di dormire con luci televisioni, radiosveglie o altre fonti luminose accese e sostituire in casa le luci a led con luci a incandescenza. Se si è costretti a dormire in orari in cui è presente la luce naturale oscurare il più possibile la camera da letto con tende oscuranti o indossare una maschera per gli occhi .Per favorire  la produzione di melatonina è anche importante far apprezzare al nostro organismo la differenza tra il giorno e la notte esponendosi appena svegli  alla luce naturale per 10 -15 minuti .

Di Gianfranco Beltrami

Di Gianfranco Beltrami

Gianfranco Beltrami, medico dello sport di fama nazionale, vicepresidente nazionale della Federazione medicosportiva italiana.

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