Dieta, farmaci, stili di vita: i consigli
Quando i suoi livelli nel sangue sono troppo alti, il colesterolo è giustamente considerato uno dei nemici principali
della salute, perché depositandosi sulla parete delle arterie provoca lesioni che le inspessiscono e le irrigidiscono: un processo chiamato aterosclerosi che porta nel tempo alla formazione di depositi di grasso, denominati placche aterosclerotiche, che ostacolando o bloccando il flusso sanguigno possono provocare infarto e ictus.
Non va demonizzato
Ma il colesterolo non va sempre demonizzato e non si deve tendere a ridurlo troppo in quanto è una sostanza indispensabile per tantissime funzioni vitali dell’organismo e rappresenta la componente base di importanti ormoni, fra cui il testosterone, il cortisolo e gli estrogeni, oltre che della vitamina D e della bile, necessaria per assimilare i grassi dall’intestino. Il colesterolo è utilizzato inoltre per la costruzione della parete delle cellule, in particolare del sistema nervoso, alle quali conferisce il giusto grado di flessibilità e permeabilità.
Ci sono due tipi di colesterolo in funzione dei due tipi di proteine di diversa densità che lo trasportano nel sangue, le LDL (lipoproteine a bassa densità) e le HDL (lipoproteine ad alta densità). La differenza tra le due proteine trasportatrici è legata al fatto che l’LDL ha la tendenza a «incollarsi» sulle pareti delle arterie, rendendole rigide e soggette a rompersi (per questo il colesterolo LDL è denominato «cattivo») mentre l’ HDL, non avendo queste caratteristiche, risulta benefico e protettivo per le arterie.
Secondo l’Istituto superiore di sanità per prevenire malattie sono ottimali valori di colesterolo totale inferiore a 200 mg/dl con LDL al di sotto di 100 mg/dl e HDL uguali o superiori ai 50 mg/dl. Quando il colesterolo totale è troppo elevato e il rapporto tra HDL e LDL è sbilanciato si parla di ipercolesterolemia che può essere ereditaria o familiare (associata ad una serie di mutazioni genetiche), legata alla dieta (troppe calorie, troppi grassi saturi o trans, troppi zuccheri semplici), a malattie come il diabete, a problemi endocrini della tiroide o ad una scarsa attività fisica.
Lo stile di vita
Quando si ha il colesterolo alto si pensa subito al cibo e a quali alimenti ridurre o eliminare, non considerando che solo il 20 per cento del colesterolo è introdotto attraverso gli alimenti, mentre ben l’80 per cento è endogeno, cioè viene sintetizzato dal nostro organismo.
Non va quindi demonizzata troppo l’alimentazione, ma prestata più attenzione agli stili di vita. Un organismo sano produce colesterolo in funzione di quanto ne viene introdotto con l’alimentazione: più assumiamo colesterolo con la dieta e meno ne produciamo e viceversa, al fine di mantenere il giusto equilibrio di questa molecola nel nostro corpo.
Alcuni comportamenti errati protratti nel tempo, però, come uno stile di vita errato o un’alimentazione eccessiva, possono alterare questo meccanismo al pari di una macchina che inizia a funzionare male quando si usa un carburante sbagliato.
I consigli
Cosa fare quindi per mantenere il colesterolo entro i normali limiti?
Partendo dall’alimentazione, le linee guida dell’American Hearth Association raccomandano una dieta che preveda l’assunzione abbondante di verdure, frutta, legumi, noci e semi oleosi, cereali integrali ricchi di fibre che riducono l’assorbimento del colesterolo, ne inibiscono la sintesi epatica e ne aumentano l’eliminazione, il consumo di pesce azzurro ricco di grassi «buoni» omega 3, di carni magre e la sostituzione dei grassi saturi come fritti salumi e formaggi con i grassi mono o polinsaturi come l’olio di oliva che aumenta il colesterolo buono HDL.
Importante inoltre la riduzione al minimo del sale e delle carni lavorate, di zucchero, carboidrati raffinati, dolci e bevande zuccherate che stimolando la produzione di insulina inducono un aumento della sintesi epatica di colesterolo; l’eliminazione dei grassi trans che si trovano in prodotti industriali e fortemente lavorati e si formano tramite cottura dei grassi ad alte temperature e dei grassi idrogenati utilizzati come ingredienti in diversi prodotti dell’industria alimentare e facilmente individuabili leggendo le etichette, in quanto l’idrogenazione deve essere sempre dichiarata dal produttore.
Inoltre evitare il sovrappeso e soprattutto il grasso nella zona addominale, non fumare e praticare quotidianamente attività fisica che aumenta il colesterolo «buono» a scapito di quello «cattivo» praticando preferibilmente attività aerobiche come la camminata veloce, il ciclismo, la corsa o il nuoto.
Articolo pubblicato su Gazzetta di Parma il 19 Giugno 2022