Ansia e obesità: chiudere le palestre fa danni gravissimi (intervista)

Ansia, depressione, problemi fisici. Un’intera generazione, quella dei giovanissimi, condannata a un futuro di gravi danni per la sedentarietà forzata. L’assenza di relazioni che erano rinforzate dall’attività degli sport di squadra. “E’ un panorama inquietante, quello descritto da Gianfranco Beltrami, medico dello sport di fama nazionale, vicepresidente nazionale della Federazione medicosportiva italiana.

Quali sono le conseguenze di questa chiusura forzata, che si protrae da molto tempo, delle palestre, delle piscine, degli impianti sportivi?

Sicuramente questa chiusura provocherà dei danni che non esiterei a definire gravi. Non solamente agli atleti agonisti, ma anche alle persone normali che sicuramente sono le più penalizzate da quello che si sta verificando“.

Gli agonisti possono godere di qualche deroga…

Si, possono allenarsi, e questo ha portato qualche non agonista a far la tessera per poter continuare la loro attività. Ma il problema più profondo ce l’hanno coloro che abitualmente facevano sport come il nuoto, la palestra e anche gli sport di contatto, una platea che è stata gravemente penalizzata. Per questo ci confrontiamo con una difficoltà di duplice livello“.

Qual è l’emergenza numero uno?

La prima è psicologica, perché l’impatto a questo livello si riflette con sindromi di ansia e di depressione in tante persone che, non avendo più le endorfine dell’esercizio fisico, rischiano di cadere in queste situazioni“.

La seconda?

I danni a livello fisico, perché l’attività sportiva rappresenta un utilissimo mezzo per prevenire ma anche per curare tantissime patologie. Aggiungerei anche tutto il mondo dei bambini e degli adolescenti“.

Quali sono per loro le insidie più gravi?

Ci troveremo un sacco di bambini sempre più obesi, in un contesto come quello italiano nel quale sappiamo che più di un terzo di giovanissimi oscillano tra il sovrappeso e l’obesità, quindi anche questo aspetto finirà per gravare pesantemente. Ci ritroveremo tra qualche tempo a fare i conti con danni da sedentarietà che già avevamo e che saranno moltiplicati da quello che accade in questo periodo“.

Si può anche aggiungere a questo elenco anche il valore pedagogico dello sport…

Ma certo, manca ad esempio il valore educativo degli sport di squadra soprattutto tra i più giovani, perché sappiamo benissimo che lo sport insegna a vivere. La mancanza di questi insegnamenti, quella del contatto con i compagni, al di là dell’aspetto fisico e cerebrale, fa in modo che anche questi capisaldi sociali e relazionali oggi vengano a mancare“.

Si sarebbe potuto agire in maniera differente?

Sarebbe bastato preservare gli spogliatoi: quelli sì, rappresentano effettivamente un’insidia, sono sicuramente gli ambienti più a rischio. Ma se uno fosse arrivato in piscina a nuotare, poi si fosse cambiato velocemente per far subito ritorno a casa, rischi non ce ne sarebbero stati. Stesso discorso anche per le palestre: se vengono rispettati i distanziamenti collocando una persona, come era stato stabilito, ogni sette metri quadrati, facciamo pure ogni 10, non esiste nessun problema“.

Qual è il suo parere sui provvedimenti che sono stati adottati?

Io sono fondamentalmente contrario a questo tipo di chiusura a tutti i costi: sarebbe bastato bastato dettare delle norme precise, da rispettare ovviamente con scrupolo, senza arrivare a chiudere tutto“.

Esiste una comprova del fatto che palestre e piscine, a determinate condizioni, siano ambienti sicuri?

La prova è che nelle palestre e nelle piscine dove si allenano e dove nuotano gli agonisti io non ho sentito di un solo caso in cui ci sia stato un focolaio“.

Ora che cosa si attende dall’immediato futuro?

Che cosa devo dire? Speriamo che prevalga il buonsenso

Intervista realizzata da Marco Menduni e pubblicata su Il Secolo XIX in data 8 marzo 2021.

Di Gianfranco Beltrami

Gianfranco Beltrami, medico dello sport di fama nazionale, vicepresidente nazionale della Federazione medicosportiva italiana.

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